venerdì 9 novembre 2012

DOVE E' IL RE DI FIORI?


Consumo ore a fare solitari. Sembra un'attività sciocca eppure da essa traggo conferme e oriento le mie decisioni.
Ogni momento della giornata è buono e il fatto di poterli eseguire sul computer ne ha centuplicato le possibilità: certo, una volta con le carte in mano era tutto molto più romantico ma il computer ti libera dall'assillo e dalla paura di non aver mescolato bene, e non è poco, specie quando ti escono quattro donne una di fila all'altra. Ma di queste parlerò più avanti.
Quei pezzetti di carta colorati, ora abbiam detto virtuali, hanno per me la capacità di leggermi la vita, ed è da tutta la vita che lo dimostrano. Non prima di un esame bensì durante la preparazione di un esame, ogni giorno o due volte al giorno, le carte governano il tuo scarso studio, e vedi, a seconda della giornata, il professore che ti interrogherà nel re di cuori o nel re di picche, e quel fante di denari è quell'assistente bilioso, quasi pelato e con degli occhialini ridicoli, che ti guarda e sogghigna senza parlare, come ha fatto la prima volta quando l'esame non è andato bene, e le carte un po' me l'avevano fatto capire.
Così rubacchio il tempo ad attività più serie o doverose, ma la possibilità di capire il passato e la presunzione di leggere il futuro, magari anche solo un attimo prima che diventi presente, se mai c'è davvero questo presente, sono troppo intriganti.
Certo, ci sono giorni buoni e giorni meno buoni. E i giorni buoni sono il martedì e il venerdì, ma talvolta, se una cosa ti deve essere detta perchè lui ritiene che sia importante allora ogni giorno è buono. E così come ogni mattina c'è sempre il sole, ma quello di un diverso giorno della tua vita, anche lui ogni mattina cambia, e quel che solo la sera prima sembrava un'impresa disperata, oggi, martedì, alle sette e mezza, sembra diventare un'operazione con la facilità della routine.
E' ovvio che qualche volta la domanda ha avuto una risposta che si è confermata nella storia della vita, anche se la risposta, sul momento positiva, non poteva prevedere tutti gli sviluppi, le difficoltà e i pasticci che si sarebbe portata dietro. Tanto è bastato per farmici ancora più affezionare.
Ci sono poi periodi, bui potremmo definirli, in cui c'è un blocco, non mio ma suo, in cui decide di smettere di risponderti, e non c'è santo e non c'è ostinazione – e addirittura non reagisce neanche a impossibili tentativi di baro – e ogni domanda cade nel vuoto e nel silenzio, e allora ti senti un po' più solo.
Mi sono anche domandato, visto che il mio preferito è abbastanza difficile, se non sia un mio diverso atteggiamento a condizionarlo: è del tutto possibile, in linea teorica, farlo “venire” mettendoci il massimo dell'impegno e dell'attenzione, e, d'altro canto, farlo in maniera “svogliata”, chè non possa, anche se lui ci mette tutta la buona volontà, riuscire. Ma neanche questa è un affermazione del tutto vera. La verità infatti è che lui fa quello che vuole, e se ha deciso che tutte le otto pile di tredici carte debbano crescere ordinatamente, puoi anche farlo dando le spalle al monitor – così controlli bene che non entri nessuno – e stai pur certo che ti riuscirà.

Ultimamente mi ha fatto un brutto scherzo.
Ero già a un buon punto, e mi pregustavo (speravo, sarebbe meglio dire) un contatto, una telefonata, un qualche cosa di positivo con quella donna bruna ultimo oggetto di saltuarie attenzioni, bella femmina, difficile e interessante a un tempo. Per ora è ancora la donna di fiori. Sicuramente non la donna di denari, ne sono certo, né la donna di picche, la quale è già passata con suo strascico di dolore. E come due sono i mazzi due sono state anche le donne di picche.
Non riesco a vedermela come donna di cuori, non ancora, forse è lei la prima a non vedersi così. Ma come donna di fiori è perfetta, ancora sospesa. E per lo stesso fatto di essere sospesa è quindi all'apice della desiderabilità.
Come è facile immaginare io sono il fante di cuori, non sarò mai il re di cuori. Anche all'ultimo giorno della vita sarò ancora il fante di cuori, è la mia condanna. Ma non ambisco a nulla di più.
Non vi starò a raccontare come si sono messe le carte, non è sostanziale e certe finezze potrebbero sembrarvi solo parti deformi di una mente malata. Fatto sta che stavo spostando tutta la colonna di fiori, dall'asso alla donna, sul suo re, per lasciare vuoto lo spazio. Per un attimo lunghissimo il re di fiori è scomparso, introvabile, e avrebbe ben dovuto esserci ma non lo vedevo. Il cuore si è messo a battere all'impazzata, il computer ha dato un segno di vita propria, forse ha fatto un errore, come noi, mi vuole dire qualcosa di importante, la donna di fiori non deve più andare dal suo re, e adesso? Cosa succederà?
Alla fine dell'attimo, quando già immaginavo definitivi cambiamenti della vita, mi è caduto l'occhio sulla pila coperta, dove, ridendo, stava il re di fiori, pronto a prendersi di lì a poco la sua donna.
Grande delusione, e una piccola lacrima ha sciolto il sogno.