domenica 9 febbraio 2014

L'ACROSTICO BIZZARRO: ARDENTE

Attenzione
Rubacuori
Disperato
Entra
Nel
Tuo
Entourauge

Sono finalmente sola, liberata da ogni gravame. Posso fare tutto ciò che una volta mi era proibito, o anche solo sconsigliato, tutto quello che ogni mattina la mia sconsiderata fantasia mi suggerisce, in quel momento sospeso fra la vita e la morte che è il risveglio. Fra l'altro dormo anche meglio...
Stamattina vado da Pepino in piazza Carignano e mi concedo uno splendido breakfast, con i frutti erotici più belli e più carnosi. Devo pur festeggiare.
Sarà un quarto d'ora che sono seduta, mangio tranquilla, mi lecco dignitosamente le dita su cui è rimasta un po' di marmellata di arance. Se non fosse davvero troppo le intingerei nella cioccolata che mi è di fronte, che ci sta bene.
E' appena entrato un aitante maschio che mi lascia il boccone di torta a mezz'aria. Ed è proprio la sua aria che mi ha colpito, ben più del suo look, che ricorda, questo, e molto da vicino, uno dei due bronzi di Riace, il guerriero.
L'atteggiamento è invece smarrito, quasi spaventato. Da che cosa fuggi, bel bronzo, elegante nel tuo cappotto di cammello e con un luccichio d'oro al polso?
Sento la mia voce offrirgli amichevolmente di sedersi al mio tavolo, e lui non se lo fa ripetere due volte, si siede con un sorriso riconoscente. Si serve liberamente, con lo stesso garbo che userebbe in casa propria. Così mi piaci! Mentre mangia gli guardo i riccioli neri, che, con finta noncuranza, fa cadere davanti agli occhi. Osservarlo mentre si ingozza mi suscita tenerezza.
Ecco, non sono già più libera... è il mio karma.




giovedì 6 febbraio 2014

TRACCE, BREVI, SOLCHI NELLA VITA

I
Eppure non sono sposato da molto. Oddio, dipende da che cosa si intenda per "molto", molto può essere anche tre anni, tre mesi addirittura. Indipendentemente dal "molto" mi trovo nella condizione di chi cerca disperatamente qualcuno "al di fuori", con tutti i casini che questa ricerca comporta, ammesso che giunga a compimento. Debbo dire che è una cosa più forte di me, e non è una scusa, solo una constatazione.

1
Non voglio neanche pensarci, a quest'uomo, che è una settimana che mi telefona tutti i giorni. E' gentile, interessante ed interessato, ah ah ah. Più di una volta mi sono sorpresa a dargli corda, senza sapere come, e la sua conversazione, vivace la definirei, mi avvolge e inevitabilmente mi affascina. Smetto di lavorare e mi metto comoda ad ascoltare la storia della sua vita, vera o falsa che sia. Non lo so ancora.

II
Ho adocchiato una bionda che fa al caso mio. L'ho incontrata al mercato, più di una volta, a un banco dei miei affezionati, il mitico S., fornitore di spezie ed erbe aromatiche, profumi, fra i più affidabili e cari. Anche lei odora ogni mazzetto come a controllarne la fragranza. Non saprei dire se mi piacciono più gli occhi o il nasino odoratore, è comunque adorabile.

2
Me lo sono trovato sul portone di casa, stamattina mentre uscivo. Il bello è che non ho neanche avuto bisogno che si presentasse, ho immediatamente realizzato che era lui. Gli occhi, sì, gli occhi azzurri (ricordi? Occhi azzurri color del mare/di quegli occhi non ti fidare...) mi hanno rapito. Con il massimo della naturalezza mi ha indicato, con gesto magnanimo, l'ingresso del bar, dicendomi: "Prego, cara la mia Teresa".

III
E' caduta nella rete, come un'aragostina curiosa finita nella nassa. A fregarla, è stato un mazzetto di odori, il bouquet garnì, come lo chiamano i cuochi: le ho spiegato, con aria molto professionale, complessivamente ridicola, che per impedire che le erbette vaghino nella sua pentola basta avvolgerle in una garza che in farmacia vendono per pochi centesimi, e legarla con un bianco filo da cucito, che lei sicuramente avrà in casa.

3
Sono qui seduta al bar con lui, e già mi domando sfacciatamente come sarà nell'intimità. Mi parla e annuisco, ma la testa è altrove. Delle sue parole mi giunge solo la musica, dolce come solo Chopin sa essere. E' per questo che sorrido, graziosamente. Penso a lui, a come me lo ricordo che era e a come è adesso. Eppure non sono passati molti anni da quando siamo sposati. Allontanamento progressivo. Inevitabile?

IV
C'era bisogno di dirlo che mi ha invitato in casa? Il mio gatto ha artigli meno pericolosi dei miei. Con la garza in mano ho fatto la scena di insistere per salire a cercare il filo, ben sapendo che non ve ne era alcun bisogno. Ci siamo baciati nell'anticamera, come se fosse l'unica stanza della casa. Non saprei per quanto. Le ho slacciato il reggiseno, unica difficoltà della giornata, e l'ho posseduta su un vecchio tappeto.

4
Oggi non sono andata a lavorare, ma non lo sa nessuno, solo al lavoro... Mi vuole portare fuori porta. Lo seguo docilmente e dolcemente. Questi occhi mi stanno stregando. Siamo a un porticciolo, non dico dove, e saliamo su una pilotina, romanticissima, per chi adora il pesce. In mare aperto si ferma e butta l'ancora. Mi prende in braccio sulla sedia girevole e incomincia a baciarmi l'orecchio. Lui tace. Il mare anche.

V
Stasera la voglio portare al ristorante. Per entrambi il cibo è rilevante, sostanziale forse. Ho parecchi amici ristoratori e la stupirò. Lo so che non è elegante ma il migliore che mi viene in mente è quello in cui sono andato con lei, a picco sul mare, doppia emozione. Chissà se avrò voglia di dirle che la amo, non lo so ancora. Ma poi, come si chiama? (fra me e me la chiamo "la giraffa", perché ha due gambe....)

5
Stasera mi ha invitato al ristorante. A lui ho detto che c'è una cena con l'ufficio e non ha fatto una piega. Spero che non ci sia quando sceglierò il vestito perché capirebbe tutto. Sfavillante sarò, per il mio bel capitano, baffuto quanto basta per non pungere, con un'aria sempre trasognata. Chissà lui come si presenterà? Mi viene in mente Capitan Findus, e rido scioccamente. Di gioia.

VI
Siamo seduti al nostro tavolo, nel silenzio della sera, con in mano le migliori bollicine rosè dell'anno 2011. Avrei voglia di stringerla, meglio, di strizzarla, nel suo abitino estivo frusciante, con una meravigliosa camicia azzurrina. Le accarezzo le dita mollemente, studiatamente, come se stessi suonando il mio vecchio piano. Alzo un attimo la testa e il sangue si ferma: è entrata mia moglie con un ufficiale di marina.

6
Ecco cosa fa Capitan Findus! Ci avevo quasi azzeccato, è il primo ufficiale di un cargo olandese il mio bel marinaio, e stasera ha un'uniforme sfavillante. Ci siamo visti in centro e mi ha fatto trovare in macchina un mazzo di rose rosse, ventinove, come i miei anni. Fascino dei numeri primi. Un bacio al calor bianco e poi via, alla volta di quel ristorante a picco sul mare. Mentre entriamo lo scorgo a un tavolo poco più avanti.

VII
La prossima volta le donne me le porto al bar sotto casa. Più sicuro. Per quanto tempo i nostri occhi si saranno incrociati? Molto meno di un secondo, certo. Si è seduta a tre tavolini di distanza ma la terrazza è piccolissima, avrei potuto sentire quello che si dicevano, avrei voluto. Non l'ho mai vista così bella. L'aragostina stasera, distratta dall'incanto del posto, mi ha detto che ero distratto. Mai successo.

7
Non sarò mica più fortunata di quello che penso di essere? Lo stronzo mi guardava di sottecchi, come me del resto, ma io ero più brava a non farmene accorgere. E stasera ha avuto quel che si meritava. Eleonora Duse non avrebbe potuto recitare meglio la parte dell'amante appassionata (ma col Vate, poi, recitava?). Baci, carezze, lo stesso Capitan Findus era leggermente imbarazzato ma enormemente divertito.

VIII e 8
La notte, a ore diverse, i due tornano a casa, dopo aver salutato i rispettivi compagni di un tratto di strada. Lui la trova già a letto, voltata, fintamente addormentata. Esita molto meno di un secondo ed entra nel letto. Si danno la schiena. Respirano entrambi con fatica. Voglia di piangere? Voglia di fare l'amore? Voglia di parlare, forse l'ultima volta? Intanto le mani si cercano.