Quella balorda ha avuto
il coraggio di telefonarmi. Al terzo tentativo ho tirato su, più che
altro per non sentire il trillo fastidioso del telefono. Ho cercato
di essere molto formale ma non sono certo di esserci riuscito. Mi ha
spiegato di una certa scuola, non ho ben capito, sembrava sincera.
Per un attimo ho avuto l'idea di dirle che avevo invitato la mia
vicina spagnola, ma poi ho lasciato perdere: si sarebbe accorta che
era una cattiva bugia, o una bugia cattiva.
Comunque è riuscita a
stupirmi: mi ha invitato a cena sabato sera.
Quel cretino faceva il
prezioso...., so benissimo che schiatta dalla voglia di rivedermi e
invece mi ha detto che aveva un impegno, che provava a disdirlo, che
mi avrebbe fatto sapere. Non so neanche io se faccio bene a
invitarlo. Uomo interessante, senza dubbio, forse curioso più che
interessante. Assolutamente convinto di essere il miglior cuoco della
terra: non ci vorrà molto a smontarlo.
Guida come un animale: è
incredibile che abbia ancora la patente. Coltiva un look assurdo, fra
il poeta maledetto e il gold standard del barbone. Torvo, a volte,
dolcissimo se ne ha voglia. Chissà quanti anni potrà avere,
sicuramente ne vuole dimostrare di più.
Certo che quando
incomincia a raccontare.... ricordo bene quando l'ho conosciuto: era
in quella piazzetta di Genova, nel centro storico, quella impregnata
dal fumo degli spinelli. Era un giovedì pomeriggio ed ero uscita con
Sara per lo shopping. Abbiamo comperato cose carini e inutili fino
alle sette e mezza e, se avessimo potuto, saremmo andate avanti fino
alle nove. Stremate ci siamo accasciate su scomode seggiole e abbiamo
ordinato due Margarita, col lime, naturalmente.
Siamo state subito
colpite da quel nostro vicino di tavolino così poco convenzionale,
che raccontava al suo amico, con tono stentoreo, i trucchi per
preparare l'anatra all'arancia. Siamo persino rimaste silenziose ad
ascoltare. Raccontava e godeva, lo si capiva benissimo. E ogni
ingrediente veniva analizzato, e ogni dose spiegata. Il suo amico,
probabilmente aduso a tali sproloqui, aveva un'aria vagamente
rassegnata ma io e Sara eravamo rapite. E l'uomo dalla barba fatta la
settimana prima se n'è accorto. E' bastato incrociare gli occhi.
Ci ha chiesto se fossimo
interessate anche noi alla cucina, anzi alla Cucina con la maiuscola,
come ha detto. E noi a fare di sì con la testa. Allora si è alzato,
ha preso due seggiole e ci ha invitato al loro tavolino. Così, è
andato il nostro primo incontro. Son tornata a casa alle nove,
navigando con una zattera su quel fiume di parole in piena.
Non potrei dire che non
mi abbia colpito. Anche Sara se ne è accorta.
Vuole invitarmi a cena,
la pazza. Non sa cosa rischia, ah ah. Finirà che ogni piatto che mi
farà (ma quanti ne farà??) passerà sotto l'esame del mio occhio
più che critico. Non gliene farò passare una, anche dell'olio le
chiederò conto.
Non riesco ancora a
rendermene ben conto ma credo di essere felice.
Stasera viene, e sono già
pentita. Come puoi dare da mangiare a uno che si racconta esperto di
cucina? Devo rapidamente inventarmi qualcosa ma la testa è
orribilmente svuotata. Due spaghettini al burro col tubetto di
concentrato? Perché no, del resto ho come l'idea che non venga per
mangiare, ih ih. Ma voglio stupirlo.
Poco a poco si fanno
strada nella mente alcune idee..... le tengo lì. Intanto pulisco un
po' la casa. Dovrà essere perfetta. Poi la doccia, con quel bagno
schiuma un po' oleoso che mi lascia sulla pelle un profumo molto
sexy....
Sono le undici, devo
andare al mercato a fare la spesa. La doccia mi ha chiarito il menù,
non le idee circa il significato di questa cena. Ma per fare la spesa
avere chiaro in testa il menù basta e avanza.
E' questo:
- risotto con verdurine
fresche, petto di pollo e curry
- arrosto di filetto di
maiale farcito all'ananas, con salsa alla senape profumata di
pompelmo rosa
- un dolce al cucchiaio
che ho già in mente, con le mitiche macine del mulino bianco
inzuppate di caffè, e sopra una crema di panna e yoghurt.
Resterà a bocca aperta.
La donna dai capelli a
cespuglio, come amo chiamarla nei miei pensieri, starà lavorando per
me.... e io sono qui, stravaccato sul divano a cercare di dormire. Ho
una voglia di lasciar perdere tutto. Non riesco ad alzarmi. Ho tre
ore ancora. Il barbiere può essere una buona idea. La doccia prima o
dopo? Dopo, dài. Tanto lo shampoo lo faccio lì. Magari me lo fa
quella giovinotta.... adoro farmi fare lo shampoo: chiudo gli occhi e
mi lancio in sogni osceni. Vado, vado......
Sono al mercato e ho
voglia di scappare. Sarebbe il secondo bidone, lo so, ma mi è
scappata ogni voglia. Ho la lista in mano ma giro a vuoto, non sono
concentrata. Devo ricordarmi anche il pane e il vino, e per il vino
non so dove sbattere la testa. Finirà che andrò in enoteca col menù
in mano, a farmi spellare.
Eccomi a casa. Barba e
capelli, e anche le mani, per sovrammercato. Mi tuffo nella doccia. E
inevitabilmente incomincio a immaginare questa cena. Come sarà
questa casa? Avrà un divano comodo? E come apparecchierà la tavola?
Classico o informale?
In realtà sono tutti
pensieri che ne mascherano uno solo: perché sono mesi che penso a
questa donna? Che cosa mi piace in lei? Quelle poche volte che ci
siamo visti, in campo neutro, ho cercato di mostrare sempre il mio
lato migliore e forse anche lei ha fatto così. Adoro quella sua
voglia di parlare, di raccontarsi, di condividere ogni cosa della sua
vita. Una compagna ideale per uno che adora fare viaggi in macchina
scambiando tre parole col vicino. Uno che in treno cerca gli
scompartimenti vuoti. Oddio, se poi uno ha bisogno di me faccio in
quattro ma il primo passo mai. Troppo pericoloso. Quelle tre volte
che ci siamo visti mi ha fatto sentire accettato. Il problema è che
non credo di avere grandi risorse. Certo come compagno di un happy
hour penso di essere perfetto, magari anche di una cena, ma poi.....
Cercherò di fare una
buona figura, le racconterò del libro che sto leggendo, "L'uomo
che amava le donne". Magari riuscirò a farla divertire.
E' tutto pronto. Mi sono
fatta un culo spropositato, sono in un bagno di sudore ma è tutto
pronto. Il dolce è in frigo. L'arrosto è a intiepidire in forno.
Ho anche già fatto
soffriggere la cipolla del risotto, per guadagnare tempo. Gewurtz
Traminer, ho scelto, con l'aiuto del negoziante. Non so se mi ha
indirizzato su quel vino per il prezzo. Non voglio domandarmelo. La
tavola è pronta. Con le tovagliette, quelle con tanti tipi di pasta,
mi fanno allegria. Due bicchieri ciascuno. Ma solo la forchetta e il
tovagliolo, piegato come mi ha insegnato mia madre. Mancano venti
minuti all'ora X. Friggo, come non mi era mai successo. Cosa avrà
mai quest'uomo?
E' stato molto bello.
Lei, era molto bella. Il bacino che le ho dato entrando mi ha
rivelato una pelle morbida e profumata. Mi ha fatto un Negroni,
perfettamente, e mi ha offerto certe pizzette con le mele e il
gorgonzola. Ci siamo seduti a tavola piacevolmente brilli.
Le ho fatto i complimenti
per la tavola. Una cena che anche io non esito a definire perfetta.
Il risotto con le verdurine tutte separatamente cotte, un arrostino
con un profumo di pompelmo da schiattare e un dolce che mi ha
ricordato le colazioni da bambino. Mettiamola così: se cucina tutti
i giorni così me la dovrei s. Ma non lo voglio neanche immaginare.
Il dopo cena, con i Queen
sullo stereo, è stato rilassante. Ha parlato lei, e le ho fatto
capire che a me piace ascoltarla. Entrambi non ci saremmo fermati più
di assecondare i nostri piaceri. Tutto lì. Sono uscito felice,
dimenticandomi che mi sarebbe piaciuto che si fosse abbandonata nelle
mie braccia, che era un po' l'idea con cui sono entrato in quella
casa.
E' uscito. Non volevo
chiudergli la porta.
Stasera l'aspetto era
certo meglio del solito. Aveva fatto anche la barba. Dargli un bacino
quando è entrato in casa mi ha scatenato un brivido che ho sentito
fino al quinto dito del piede. Tutto è andato molto bene. Dopo cena
mi ha ascoltato con desiderio, guardandomi sempre fissa negli occhi,
con quei suoi due occhi ingranditi dagli occhiali da presbite.
Veramente qualche volta l'ho beccato con gli occhi sul decolletè,
generosamente esposto. Ma li ha tirati subito su. Mi piace parlare,
ho tante cose da dire. Mi piace avere un uomo davanti che mostra di
ascoltarmi con grande tenerezza. Mi piace quest'uomo. Emette qualcosa
di nuovo e di dolce. Perché non gli ho detto di fermarsi a dormire?
Mi ha appena mandato un
messaggino ringraziandomi. Mi invita sabato prossimo.......... SONO FELICE.
Delizioso. Aspettiamo il 3°!
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