Non
tranquillizzata, tranquilla.
Tutti
i suoi cari, Alberto in primis e le sue sorelle avevano dimostrato
una così grande fiducia nel buon esito delle cure che, a furia di
parlare con l'uno e con le altre, si era convinta che non avrebbe
potuto non guarire.
Anche
quel giovane medico biondiccio che aveva avuto cura di lei in quei
tre giorni, il minimo necessario per l'intervento, aveva ostentato
grande sicurezza, nello stesso tempo le aveva dimostrato di essere
capace di mettersi nei suoi panni. Le aveva fatto enorme piacere.
Doveva mandargli qualcosa.
Aveva
deciso di andare in vacanza negli Abruzzi, come ogni anno, nella
vecchia casa in cima al paese, malandata ma sempre piena dei ricordi
dell'adolescenza.
Sarebbe
andata con le sorelle libere alla fine di giugno,
e insieme l'avrebbero rimessa in
ordine, per farla trovare perfetta per le altre, a poco a poco
sopraggiunte. Si sarebbero divertite,
ne era certa, di un piacere solo appena velato dalla malinconia.
Che
Alberto andasse pure in montagna, con i suoi amici di sempre.
Lei
era tranquilla.
Sapeva
che la malattia era limitata nell'estensione ed era stata presa in
tempo. Era certa che le cure fossero adeguate, persino eccessive,
pensava.
Si
sarebbe facilmente liberata da quell'ospite estraneo e indesiderato.
Aveva
appena spento la televisione, era salita in camera, e, nell'attesa
del marito, faceva le parole crociate svogliatamente, era diventata
talmente brava che non c'era neanche più gusto.
Si
sorprese a pensare alla
storia di questa malattia, incredibilmente breve. Solo
cinque giorni prima non si sarebbe mai sognata di dover fare esami
sgradevoli e dolorosi, e l'angoscia dell'attesa si era sciolta
soltanto al momento della comunicazione della diagnosi.
Sentì
qualcosa nella pancia: non un dolore, piuttosto una sensazione di
torsione. Poco piacevole. Le venne in mente subito Pellegrino Artusi,
“Maledetto minestrone, tu non mi buscheri più!” ma
si ringoiò il pensiero, quella
storia non finiva bene.
Era
paura pura e semplice, che l'aveva
assalita nel momento in cui era più indifesa, da sola, prima di
addormentarsi. Il sonno e la morte
non sono poi così diversi.
Si
rifugiò nelle braccia di Alberto, con gli occhi allagati.
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