Mi sveglio da un lungo sonno, non
saprei quanto ho dormito. C’è un buon profumo qua dentro, di pulito, e
soprattutto un tepore piacevolissimo. Non riesco a ricordarmi niente, non so
perché. C’è buio, ma non ho paura, sto bene. Riesco anche a muovermi ma non ne
ho il desiderio.
Sento vicino a me un rumore
sordo, un battito direi, come di una pendola che prima del secondo rintocco si
arresta per un attimo. Anche se è continuo non mi disturba affatto, mi tiene
compagnia. Sento di non poterne fare a meno.
Dopo un certo tempo che sono
sveglio il battito inizia a rallentare e il rumore di fondo che l’accompagna,
rumore di liquido che scorre dentro i tubi, si fa più leggero. Riesco anche
quasi a sdraiarmi. Non sono più sballottato e vengo lasciato tranquillo. Tutto
intorno a me si affievolisce e posso addormentarmi.
Dopo un lasso di tempo, anche
questo non saprei dire quanto lungo, vengo risvegliato dal battito e dal flusso
che diventano sempre più intensi. Ritorno nella posizione solita, seduto e un
po’ schiacciato verso il basso.
Incomincio a sentire in
lontananza, ma ben chiara, una cosa che mi lascia sorpreso, ma non posso stare
a bocca aperta. E’ un suono che non conosco ancora ma so che mi appartiene. E’
emesso fuori ma a me viene dal di dentro.
Sento queste parole: “….Cchiù
luntana me staie, cchiù vicina te sento, chi sa a chisto momento, tu che
pienze, che ffaie”, che non so cosa vogliano dire, ma sono avvolte da un suono
bellissimo. Queste parole e questo suono mi penetrano dentro e mi fanno succedere
una cosa strana: mi si allagano gli occhi e mi sento contento e triste allo
stesso tempo.
Improvvisamente incomincio a
ballonzolare senza freno. Questo non mi piace.
Su e giù, su e giù. L’unica cosa
piacevole è che da sopra di me entra una bella arietta fresca. Non che qui ci
sia caldo ma un po’ di arietta mi fa proprio piacere. E quindi mi adatto a
sopportare lo sballottamento, anche perché dopo un po’ non ci faccio più caso,
diventa persino divertente. Meno male però che c’è una pausa.
Ritorno sdraiato e sento qualcosa
che mi vuole toccare: per fortuna che qui dove mi trovo sono piuttosto ben
protetto. Provano a schiacciarmi, anche da due lati, e mi difendo come posso,
dando dei bei calci a destra e a manca. Riescono a stancarmi, non capisco cosa vogliano
da me. Finalmente finisce questa tortura.
Tutto si calma.
Ritorno seduto. E attento a
quello che mi succede intorno. Proprio perché sono al buio i rumori mi
interessano tutti, e questo liquido caldo che mi protegge me li amplifica.
Sento infatti un rumore lontano, simile nella natura a quello che posso fare io
quando mi muovo, un rumore che va e viene, che distinguo bene da tutti gli
altri di questa mia casa.
E di nuovo la voce, che ormai ben
conosco, che dice:
“Era già l'ora che volge il disio
ai navicanti e 'ntenerisce il core
lo dì c'han detto ai dolci amici addio…”. E si ferma.
ai navicanti e 'ntenerisce il core
lo dì c'han detto ai dolci amici addio…”. E si ferma.
E tutto anche qui dentro sembra fermarsi, e il battito
antico diventa più regolare, e quell’acqua che va e che viene diventa il ritmo
della mia vita. Sto così bene in questo momento che vorrei fermare il tempo.
Solo quest’onda e questo silenzio intorno.
Non so ancora cosa sono ma riesco
a stare molto bene. E mi addormento, finalmente.
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