Al
mio gatto è piaciuto subito.
Due
anni fa era venuto qui un tale, di cui non ricordo neanche il nome,
che aveva il potere, solo per il fatto di esserci, di far rizzare il
pelo al micio, che incominciava a fremere di furore. Più di una
volta l'ho tenuto stretto fra le mani, per impedirgli di consumarselo
dai graffi. Uno che se ne stava per i fatti suoi tutto il giorno.
Uomo oscuro, che come è venuto così se ne è andato via, senza una
parola. Quando è andato me ne sono reso conto dall'espressione del
gatto, impercettibilmente cambiata.
Questo
è tutta un'altra pasta! E' scappato, da cosa poi, e per lui ogni
scusa è buona per salire e per stare in compagnia. Non nego che mi
faccia piacere. L'altro giorno, quando è incominciato a piovere,
correva come un papero, mi ha fatto morire dal ridere. E che sarà
mai? Non un papero, un coniglio impazzito dalla paura.
Poi
ha questa mania della cucina, a sentire lui tutti i problemi
dell'umanità sono dovuti a una cattiva cucina e potrebbero essere
risolti sedendosi attorno a un tavolo, con una buona cena. Preparata
da lui,naturalmente, che da questo punto di vista ha un ego
smisurato. Però è in un certo senso vero, mangiare le cose che lui
cucina mi mette di buon umore. Si è portato dietro un baule enorme
pieno di cibi di ogni tipo, e li mette insieme con grande impegno.
Fino a che lui non è arrivato i miei pranzi e le mie cene erano
conditi dal disinteresse e dalla tristezza, e il pane che mi preparo
la mattina era la sola cosa "buona" che mi andava di fare.
Cene e pranzi utili solo per scandire la giornata. Infatti sono
dimagrito, non poco.
Questo
sciocco cuoco mi vuole fare reingrassare....
Mangiando
con lui, cuoco e cameriere a un tempo, per qualche attimo riesco a
distogliermi da quel volto, che è diventato il mio pensiero fisso,
ancora particolarmente doloroso. Era bella la mia Laura.
Ancorché
avesse un anno più di me ne dimostrava dieci di meno. Lo sguardo
aperto, due occhi verdi che brillavano sotto un velo di capelli rossi
in continuo movimento. So bene di non essere stato un compagno
facile: troppe volte sono tornato a casa dopo giorni di assenza senza
dire una parola; ho sempre avuto bisogno dei miei spazi, non per
tradirla, solo per la necessità di stare solo con me stesso. Ma lei
questo non lo ha mai capito, e non me lo ha mai perdonato. Anche se
al ritorno la ricoprivo di regali, per scusarmi, non per
giustificarmi. Solo una
volta sono andato con un'altra donna, lo ricordo bene. Una mattina
alle quattro mi ero svegliato fradicio di sudore per un sogno
orribile.
Ricordo anche quello. Avevo bisogno di un po' di tenerezza e anche di
distogliere la mente
da quelle immagini,
che sembravano ancora realissime.
Non si è fatta neanche svegliare, figuriamoci il resto.
Buenos
Ayres è grande e non è stato difficile trovare il tipo di compagnia
che cercavo. Graziella, si chiamava, emigrata da poco dall'Italia.
Non molto alta. E' riuscita a farmi dimenticare quel sogno e, cosa
ancora più apprezzabile, è
riuscita a farmi fare
due risate di cuore. L'ho lasciata con la convinzione di avere speso
bene quei pochi soldi e le ho chiesto il
numero di telefono, certo
che non l'avrei mai richiamata.
Tornai a casa alle dieci del
mattino che dormiva ancora.
Mi preparai il caffè, ma eravamo
già stufi, entrambi. Lei ha avuto il coraggio di farsi la valigina,
io no.
Chissà adesso dove è e cosa fa.
Chissà se ha trovato un uomo che le possa dare quella cosa che lei
chiama felicità. Io sono qui, sepolto vivo, e non saprei neanche
dire se per autopunizione. Il 3 di ogni mese, da parecchi mesi,
arriva il battello a portare ciò che mi serve, che è solo parte del
compenso per il lavoro che faccio, più qualche libro che ho ordinato
il mese precedente. L'ultimo mese mi hanno portato
"L'Interpretazione dei Sogni": l'ho trovato un libro di
letteratura, poco scientifico. Forse sarebbe stato meglio farmi
portare un libro recente di Anatomia Patologica, che mi aggiornasse
sullo stato delle mie malandate coronarie. Ricordo bene il giorno
che mi sono laureato "Medico per sempre, mi hanno detto".
Ed è vero, anche se l'unico paziente che mi interessa è quello che
da tanto ho lasciato perdere. Ma poi su quest'isola si sta bene. Il
desiderio di morire qui, magari rapito dalla furia degli elementi in
una notte buia di tempesta, è sempre forte. Un'uscita in grande
stile, insomma, risucchiato consapevolmente da un'onda gigantesca,
lucidissimo fino al momento in cui diventerò tutt'uno col mare che
tanto amo...
Non devo più bere tutto questo
Calvados. Il cuoco è stato bravo. E' lì di fronte a me,
accovacciato sul divano, e russa leggermente: anche a lui il Calvados
ha fatto effetto. Se fosse sveglio gioirebbe senza dubbio nel
sentirsi il gattone in grembo, lo ha tanto desiderato. Ma la Bestia è
così, fa solo quello che vuole, non come gli umani, che fanno spesso
quello che possono, e spesso non ci riescono neanche.
E' un bravo ragazzo questo. E'
buono di cuore e merita di ritornare a vivere nel mondo vero, non in
questa oasi di felicità fasulla. Magari mi verrà a a trovare ogni
tanto. Devo fargli venire la voglia di ritornare.
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