domenica 21 luglio 2013

Finalmente c'era riuscito (2, la vendetta)

Quella balorda ha avuto il coraggio di telefonarmi. Al terzo tentativo ho tirato su, più che altro per non sentire il trillo fastidioso del telefono. Ho cercato di essere molto formale ma non sono certo di esserci riuscito. Mi ha spiegato di una certa scuola, non ho ben capito, sembrava sincera. Per un attimo ho avuto l'idea di dirle che avevo invitato la mia vicina spagnola, ma poi ho lasciato perdere: si sarebbe accorta che era una cattiva bugia, o una bugia cattiva.
Comunque è riuscita a stupirmi: mi ha invitato a cena sabato sera.

Quel cretino faceva il prezioso...., so benissimo che schiatta dalla voglia di rivedermi e invece mi ha detto che aveva un impegno, che provava a disdirlo, che mi avrebbe fatto sapere. Non so neanche io se faccio bene a invitarlo. Uomo interessante, senza dubbio, forse curioso più che interessante. Assolutamente convinto di essere il miglior cuoco della terra: non ci vorrà molto a smontarlo.
Guida come un animale: è incredibile che abbia ancora la patente. Coltiva un look assurdo, fra il poeta maledetto e il gold standard del barbone. Torvo, a volte, dolcissimo se ne ha voglia. Chissà quanti anni potrà avere, sicuramente ne vuole dimostrare di più.
Certo che quando incomincia a raccontare.... ricordo bene quando l'ho conosciuto: era in quella piazzetta di Genova, nel centro storico, quella impregnata dal fumo degli spinelli. Era un giovedì pomeriggio ed ero uscita con Sara per lo shopping. Abbiamo comperato cose carini e inutili fino alle sette e mezza e, se avessimo potuto, saremmo andate avanti fino alle nove. Stremate ci siamo accasciate su scomode seggiole e abbiamo ordinato due Margarita, col lime, naturalmente.
Siamo state subito colpite da quel nostro vicino di tavolino così poco convenzionale, che raccontava al suo amico, con tono stentoreo, i trucchi per preparare l'anatra all'arancia. Siamo persino rimaste silenziose ad ascoltare. Raccontava e godeva, lo si capiva benissimo. E ogni ingrediente veniva analizzato, e ogni dose spiegata. Il suo amico, probabilmente aduso a tali sproloqui, aveva un'aria vagamente rassegnata ma io e Sara eravamo rapite. E l'uomo dalla barba fatta la settimana prima se n'è accorto. E' bastato incrociare gli occhi.
Ci ha chiesto se fossimo interessate anche noi alla cucina, anzi alla Cucina con la maiuscola, come ha detto. E noi a fare di sì con la testa. Allora si è alzato, ha preso due seggiole e ci ha invitato al loro tavolino. Così, è andato il nostro primo incontro. Son tornata a casa alle nove, navigando con una zattera su quel fiume di parole in piena.
Non potrei dire che non mi abbia colpito. Anche Sara se ne è accorta.

Vuole invitarmi a cena, la pazza. Non sa cosa rischia, ah ah. Finirà che ogni piatto che mi farà (ma quanti ne farà??) passerà sotto l'esame del mio occhio più che critico. Non gliene farò passare una, anche dell'olio le chiederò conto.
Non riesco ancora a rendermene ben conto ma credo di essere felice.

Stasera viene, e sono già pentita. Come puoi dare da mangiare a uno che si racconta esperto di cucina? Devo rapidamente inventarmi qualcosa ma la testa è orribilmente svuotata. Due spaghettini al burro col tubetto di concentrato? Perché no, del resto ho come l'idea che non venga per mangiare, ih ih. Ma voglio stupirlo.
Poco a poco si fanno strada nella mente alcune idee..... le tengo lì. Intanto pulisco un po' la casa. Dovrà essere perfetta. Poi la doccia, con quel bagno schiuma un po' oleoso che mi lascia sulla pelle un profumo molto sexy....
Sono le undici, devo andare al mercato a fare la spesa. La doccia mi ha chiarito il menù, non le idee circa il significato di questa cena. Ma per fare la spesa avere chiaro in testa il menù basta e avanza.
E' questo:
- risotto con verdurine fresche, petto di pollo e curry
- arrosto di filetto di maiale farcito all'ananas, con salsa alla senape profumata di pompelmo rosa
- un dolce al cucchiaio che ho già in mente, con le mitiche macine del mulino bianco inzuppate di caffè, e sopra una crema di panna e yoghurt.
Resterà a bocca aperta.

La donna dai capelli a cespuglio, come amo chiamarla nei miei pensieri, starà lavorando per me.... e io sono qui, stravaccato sul divano a cercare di dormire. Ho una voglia di lasciar perdere tutto. Non riesco ad alzarmi. Ho tre ore ancora. Il barbiere può essere una buona idea. La doccia prima o dopo? Dopo, dài. Tanto lo shampoo lo faccio lì. Magari me lo fa quella giovinotta.... adoro farmi fare lo shampoo: chiudo gli occhi e mi lancio in sogni osceni. Vado, vado......

Sono al mercato e ho voglia di scappare. Sarebbe il secondo bidone, lo so, ma mi è scappata ogni voglia. Ho la lista in mano ma giro a vuoto, non sono concentrata. Devo ricordarmi anche il pane e il vino, e per il vino non so dove sbattere la testa. Finirà che andrò in enoteca col menù in mano, a farmi spellare.

Eccomi a casa. Barba e capelli, e anche le mani, per sovrammercato. Mi tuffo nella doccia. E inevitabilmente incomincio a immaginare questa cena. Come sarà questa casa? Avrà un divano comodo? E come apparecchierà la tavola? Classico o informale?
In realtà sono tutti pensieri che ne mascherano uno solo: perché sono mesi che penso a questa donna? Che cosa mi piace in lei? Quelle poche volte che ci siamo visti, in campo neutro, ho cercato di mostrare sempre il mio lato migliore e forse anche lei ha fatto così. Adoro quella sua voglia di parlare, di raccontarsi, di condividere ogni cosa della sua vita. Una compagna ideale per uno che adora fare viaggi in macchina scambiando tre parole col vicino. Uno che in treno cerca gli scompartimenti vuoti. Oddio, se poi uno ha bisogno di me faccio in quattro ma il primo passo mai. Troppo pericoloso. Quelle tre volte che ci siamo visti mi ha fatto sentire accettato. Il problema è che non credo di avere grandi risorse. Certo come compagno di un happy hour penso di essere perfetto, magari anche di una cena, ma poi.....
Cercherò di fare una buona figura, le racconterò del libro che sto leggendo, "L'uomo che amava le donne". Magari riuscirò a farla divertire.


E' tutto pronto. Mi sono fatta un culo spropositato, sono in un bagno di sudore ma è tutto pronto. Il dolce è in frigo. L'arrosto è a intiepidire in forno.
Ho anche già fatto soffriggere la cipolla del risotto, per guadagnare tempo. Gewurtz Traminer, ho scelto, con l'aiuto del negoziante. Non so se mi ha indirizzato su quel vino per il prezzo. Non voglio domandarmelo. La tavola è pronta. Con le tovagliette, quelle con tanti tipi di pasta, mi fanno allegria. Due bicchieri ciascuno. Ma solo la forchetta e il tovagliolo, piegato come mi ha insegnato mia madre. Mancano venti minuti all'ora X. Friggo, come non mi era mai successo. Cosa avrà mai quest'uomo?

E' stato molto bello. Lei, era molto bella. Il bacino che le ho dato entrando mi ha rivelato una pelle morbida e profumata. Mi ha fatto un Negroni, perfettamente, e mi ha offerto certe pizzette con le mele e il gorgonzola. Ci siamo seduti a tavola piacevolmente brilli.
Le ho fatto i complimenti per la tavola. Una cena che anche io non esito a definire perfetta. Il risotto con le verdurine tutte separatamente cotte, un arrostino con un profumo di pompelmo da schiattare e un dolce che mi ha ricordato le colazioni da bambino. Mettiamola così: se cucina tutti i giorni così me la dovrei s. Ma non lo voglio neanche immaginare.
Il dopo cena, con i Queen sullo stereo, è stato rilassante. Ha parlato lei, e le ho fatto capire che a me piace ascoltarla. Entrambi non ci saremmo fermati più di assecondare i nostri piaceri. Tutto lì. Sono uscito felice, dimenticandomi che mi sarebbe piaciuto che si fosse abbandonata nelle mie braccia, che era un po' l'idea con cui sono entrato in quella casa.

E' uscito. Non volevo chiudergli la porta.
Stasera l'aspetto era certo meglio del solito. Aveva fatto anche la barba. Dargli un bacino quando è entrato in casa mi ha scatenato un brivido che ho sentito fino al quinto dito del piede. Tutto è andato molto bene. Dopo cena mi ha ascoltato con desiderio, guardandomi sempre fissa negli occhi, con quei suoi due occhi ingranditi dagli occhiali da presbite. Veramente qualche volta l'ho beccato con gli occhi sul decolletè, generosamente esposto. Ma li ha tirati subito su. Mi piace parlare, ho tante cose da dire. Mi piace avere un uomo davanti che mostra di ascoltarmi con grande tenerezza. Mi piace quest'uomo. Emette qualcosa di nuovo e di dolce. Perché non gli ho detto di fermarsi a dormire?


Mi ha appena mandato un messaggino ringraziandomi. Mi invita sabato prossimo.......... SONO FELICE.






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