giovedì 26 febbraio 2015

Il carillon

Posto questo brano, non mio ma di Annalisa, compagna di corso dell'Officina Letteraria, che trovo particolarmente bello e delicato.
Il compito era: "Parlate dell'amore".

Anch’io, come Adriano Celentano, non so parlar d’amore e allora vi racconto una storia che parla di un carillon e di un uomo.
A vederlo appoggiato fra mille altre cianfrusaglie su quel banchetto al mercatino delle pulci, il carillon, dopo tutti quegli anni passati di mano in mano, pareva una piccola scatola di legno impolverata che una volta doveva essere stata di un colore più o meno amaranto e con una casa, un albero, il mare e una barca dipinti sulla parte superiore, rami e fiori sugli altri lati. Aveva sul retro una chiave che serviva per accordarlo e davanti una chiusura rotta. Così appariva ai compratori questo piccolo carillon e questo bastò un giorno ad uomo per decidere che quella scatola gli piaceva, che l’avrebbe portata a casa e si sarebbe preso cura di lei. Ma le cose di valore stavano all’interno della scatola. L’uomo l’aveva presa in mano, studiata e aperta e sapeva che dentro era foderata di velluto rosa, che custodiva: 2 chiodi arrugginiti, un gomitolo di lana turchese, un foglio di carta su cui qualcuno aveva scritto qualcosa ma l’inchiostro era diventato illeggibile, 1 zloty, 1 sterlina, 1 spilla di rame smaltato a forma di farfalla e aveva visto la ballerina con tanto di vestitino di tulle bianche che, sollevata con le punte su di una molla, volteggiava sulle note di "Sul Bel Danubio Blu" quando si dava la carica al carillon. Lui le aveva viste queste cose e l’aveva voluta, l’aveva restaurata -ora era come nuova- e le aveva dato un posto d’onore sul tavolino accanto alla poltrona del salotto.
Il tempo passava e l’uomo si dimenticò di ciò che conteneva il carillon, non lo apriva più, lo spolverava e lo lucidava ogni settimana, ma lo lasciava chiuso.
L’uomo era contento della sua bella scatola e la scatola pensava di potersi ritenere fortunata di aver qualcuno che la trattava con il dovuto riguardo. Però, ad essere onesti, questa avvertiva che c’era qualcosa che non andava, in fondo lei era molto più che una semplice scatola, dentro di sé lei aveva un mucchio di cose interessanti da mostrargli, possibile che all’uomo non interessasse nulla?
Fu proprio allora che successe, sì, proprio quel giorno in cui c’era silenzio e c’era il sole, che lui la sollevò dal tavolino e la aprì.
Prese i chiodi e il foglio e li mise da parte, prese la spilla con la farfalla e la indossò, accarezzò il filo di lana, tenne in mano le monete, diede la carica al carillon e la ballerina iniziò a ballare. Quando le note del valzer iniziarono a trascinarsi stanche nell’aria e la ballerine si fermò, lui ripose tutto nella scatola tranne i chiodi e il foglio e la richiuse.

Quello fu il primo giorno in cui il piccolo carillon capì che cosa fosse l’amore.


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