giovedì 24 luglio 2014

SCAPPARE 7 - ANCHE GLI ORCHI HANNO UN CUORE

Al mio gatto è piaciuto subito.
Due anni fa era venuto qui un tale, di cui non ricordo neanche il nome, che aveva il potere, solo per il fatto di esserci, di far rizzare il pelo al micio, che incominciava a fremere di furore. Più di una volta l'ho tenuto stretto fra le mani, per impedirgli di consumarselo dai graffi. Uno che se ne stava per i fatti suoi tutto il giorno. Uomo oscuro, che come è venuto così se ne è andato via, senza una parola. Quando è andato me ne sono reso conto dall'espressione del gatto, impercettibilmente cambiata.
Questo è tutta un'altra pasta! E' scappato, da cosa poi, e per lui ogni scusa è buona per salire e per stare in compagnia. Non nego che mi faccia piacere. L'altro giorno, quando è incominciato a piovere, correva come un papero, mi ha fatto morire dal ridere. E che sarà mai? Non un papero, un coniglio impazzito dalla paura.
Poi ha questa mania della cucina, a sentire lui tutti i problemi dell'umanità sono dovuti a una cattiva cucina e potrebbero essere risolti sedendosi attorno a un tavolo, con una buona cena. Preparata da lui,naturalmente, che da questo punto di vista ha un ego smisurato. Però è in un certo senso vero, mangiare le cose che lui cucina mi mette di buon umore. Si è portato dietro un baule enorme pieno di cibi di ogni tipo, e li mette insieme con grande impegno. Fino a che lui non è arrivato i miei pranzi e le mie cene erano conditi dal disinteresse e dalla tristezza, e il pane che mi preparo la mattina era la sola cosa "buona" che mi andava di fare. Cene e pranzi utili solo per scandire la giornata. Infatti sono dimagrito, non poco.
Questo sciocco cuoco mi vuole fare reingrassare....
Mangiando con lui, cuoco e cameriere a un tempo, per qualche attimo riesco a distogliermi da quel volto, che è diventato il mio pensiero fisso, ancora particolarmente doloroso. Era bella la mia Laura.
Ancorché avesse un anno più di me ne dimostrava dieci di meno. Lo sguardo aperto, due occhi verdi che brillavano sotto un velo di capelli rossi in continuo movimento. So bene di non essere stato un compagno facile: troppe volte sono tornato a casa dopo giorni di assenza senza dire una parola; ho sempre avuto bisogno dei miei spazi, non per tradirla, solo per la necessità di stare solo con me stesso. Ma lei questo non lo ha mai capito, e non me lo ha mai perdonato. Anche se al ritorno la ricoprivo di regali, per scusarmi, non per giustificarmi. Solo una volta sono andato con un'altra donna, lo ricordo bene. Una mattina alle quattro mi ero svegliato fradicio di sudore per un sogno orribile. Ricordo anche quello. Avevo bisogno di un po' di tenerezza e anche di distogliere la mente da quelle immagini, che sembravano ancora realissime. Non si è fatta neanche svegliare, figuriamoci il resto.
Buenos Ayres è grande e non è stato difficile trovare il tipo di compagnia che cercavo. Graziella, si chiamava, emigrata da poco dall'Italia. Non molto alta. E' riuscita a farmi dimenticare quel sogno e, cosa ancora più apprezzabile, è riuscita a farmi fare due risate di cuore. L'ho lasciata con la convinzione di avere speso bene quei pochi soldi e le ho chiesto il numero di telefono, certo che non l'avrei mai richiamata.
Tornai a casa alle dieci del mattino che dormiva ancora.
Mi preparai il caffè, ma eravamo già stufi, entrambi. Lei ha avuto il coraggio di farsi la valigina, io no.
Chissà adesso dove è e cosa fa. Chissà se ha trovato un uomo che le possa dare quella cosa che lei chiama felicità. Io sono qui, sepolto vivo, e non saprei neanche dire se per autopunizione. Il 3 di ogni mese, da parecchi mesi, arriva il battello a portare ciò che mi serve, che è solo parte del compenso per il lavoro che faccio, più qualche libro che ho ordinato il mese precedente. L'ultimo mese mi hanno portato "L'Interpretazione dei Sogni": l'ho trovato un libro di letteratura, poco scientifico. Forse sarebbe stato meglio farmi portare un libro recente di Anatomia Patologica, che mi aggiornasse sullo stato delle mie malandate coronarie. Ricordo bene il giorno che mi sono laureato "Medico per sempre, mi hanno detto". Ed è vero, anche se l'unico paziente che mi interessa è quello che da tanto ho lasciato perdere. Ma poi su quest'isola si sta bene. Il desiderio di morire qui, magari rapito dalla furia degli elementi in una notte buia di tempesta, è sempre forte. Un'uscita in grande stile, insomma, risucchiato consapevolmente da un'onda gigantesca, lucidissimo fino al momento in cui diventerò tutt'uno col mare che tanto amo...
Non devo più bere tutto questo Calvados. Il cuoco è stato bravo. E' lì di fronte a me, accovacciato sul divano, e russa leggermente: anche a lui il Calvados ha fatto effetto. Se fosse sveglio gioirebbe senza dubbio nel sentirsi il gattone in grembo, lo ha tanto desiderato. Ma la Bestia è così, fa solo quello che vuole, non come gli umani, che fanno spesso quello che possono, e spesso non ci riescono neanche.
E' un bravo ragazzo questo. E' buono di cuore e merita di ritornare a vivere nel mondo vero, non in questa oasi di felicità fasulla. Magari mi verrà a a trovare ogni tanto. Devo fargli venire la voglia di ritornare.




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