mercoledì 28 marzo 2012

Rumori

Mi sveglio da un lungo sonno, non saprei quanto ho dormito. C’è un buon profumo qua dentro, di pulito, e soprattutto un tepore piacevolissimo. Non riesco a ricordarmi niente, non so perché. C’è buio, ma non ho paura, sto bene. Riesco anche a muovermi ma non ne ho il desiderio.
Sento vicino a me un rumore sordo, un battito direi, come di una pendola che prima del secondo rintocco si arresta per un attimo. Anche se è continuo non mi disturba affatto, mi tiene compagnia. Sento di non poterne fare a meno.
Dopo un certo tempo che sono sveglio il battito inizia a rallentare e il rumore di fondo che l’accompagna, rumore di liquido che scorre dentro i tubi, si fa più leggero. Riesco anche quasi a sdraiarmi. Non sono più sballottato e vengo lasciato tranquillo. Tutto intorno a me si affievolisce e posso addormentarmi.
Dopo un lasso di tempo, anche questo non saprei dire quanto lungo, vengo risvegliato dal battito e dal flusso che diventano sempre più intensi. Ritorno nella posizione solita, seduto e un po’ schiacciato verso il basso.
Incomincio a sentire in lontananza, ma ben chiara, una cosa che mi lascia sorpreso, ma non posso stare a bocca aperta. E’ un suono che non conosco ancora ma so che mi appartiene. E’ emesso fuori ma a me viene dal di dentro.
Sento queste parole: “….Cchiù luntana me staie, cchiù vicina te sento, chi sa a chisto momento, tu che pienze, che ffaie”, che non so cosa vogliano dire, ma sono avvolte da un suono bellissimo. Queste parole e questo suono mi penetrano dentro e mi fanno succedere una cosa strana: mi si allagano gli occhi e mi sento contento e triste allo stesso tempo.
Improvvisamente incomincio a ballonzolare senza freno. Questo non mi piace.
Su e giù, su e giù. L’unica cosa piacevole è che da sopra di me entra una bella arietta fresca. Non che qui ci sia caldo ma un po’ di arietta mi fa proprio piacere. E quindi mi adatto a sopportare lo sballottamento, anche perché dopo un po’ non ci faccio più caso, diventa persino divertente. Meno male però che c’è una pausa.
Ritorno sdraiato e sento qualcosa che mi vuole toccare: per fortuna che qui dove mi trovo sono piuttosto ben protetto. Provano a schiacciarmi, anche da due lati, e mi difendo come posso, dando dei bei calci a destra e a manca. Riescono a stancarmi, non capisco cosa vogliano da me. Finalmente finisce questa tortura.
Tutto si calma.
Ritorno seduto. E attento a quello che mi succede intorno. Proprio perché sono al buio i rumori mi interessano tutti, e questo liquido caldo che mi protegge me li amplifica. Sento infatti un rumore lontano, simile nella natura a quello che posso fare io quando mi muovo, un rumore che va e viene, che distinguo bene da tutti gli altri di questa mia casa.
E di nuovo la voce, che ormai ben conosco, che dice:
“Era già l'ora che volge il disio
ai navicanti e 'ntenerisce il core
lo dì c'han detto ai dolci amici addio…”. E si ferma.
E tutto anche qui dentro sembra fermarsi, e il battito antico diventa più regolare, e quell’acqua che va e che viene diventa il ritmo della mia vita. Sto così bene in questo momento che vorrei fermare il tempo. Solo quest’onda e questo silenzio intorno.
Non so ancora cosa sono ma riesco a stare molto bene. E mi addormento, finalmente.


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